Un’occasione mancata: AKIRA the game

A distanza di trent’anni, il 18 aprile, torna nelle sale italiane come evento speciale un cult indiscusso dell’animazione giapponese: Akira di Katsuhiro Hotomo.

Ho rivisto settimana scorsa il film al cinema in anteprima grazie a un invito di Dynit e Nexo e, sinceramente, per quanto conoscessi già trama, dialoghi e animazioni, sono rimasto incollato al grande schermo per tutti i 125 minuti di durata del “viaggio”.

Credo fondamentalmente per due motivi: il primo è il nuovo doppiaggio, di cui ho già parlato nel video che trovate qui sotto; il secondo è sicuramente il fascino di scontrarsi ancora una volta con il metaforico e spericolato significato dell’opera.

Akira è un film estremo ed estremi sono i suoi protagonisti, le sue esplosioni, i suoi disegni. Eppure, per quanto violento, schizzato, iperbolico e disordinato, tutto è sapientemente rivolto a quel meraviglioso, vorticoso e aperto fotogramma finale.

Insomma, rivedere Akira, ora che ho qualche decennio in più, non solo non ha minimamente scalfito, come spesso accade, un mito dell’adolescenza, anzi è accaduto esattamente il contrario: Akira è molto più avanti di quanto potevamo capire trent’anni fa.

Ecco perchè, appena arrivato in studio, la prima cosa che ho pensato e cercato voracemente è stata una soltato: il gioco di AKIRA.

“Ci sarà, non può non esserci! Chissà quanti remake. Mo’ attacco tutte le console che ho, riscaldo le flashcard e mi godo ogni pixel di ogni rom e spin-off dedicato a Kaneda e Tetsuo”.

E invece no.

Una sola versione. Nes. Voto (per di più generoso) di Famitsu: 17/40.

Minuto di silenzio.

Con una trama e un manga del genere si sarebbero potuti realizzare i più disparati generi: da un classico RPG giapponese a un gioco di corse in moto con armi e power up, da un picchiaduro a scorrimento nella Tokyo post terza guerra mondiale a un’avventura grafica con enigmi e finali alternativi.

Niente di tutto ciò.

“Ti sei dimenticato che Bandai nel 2002 ha pubblicato un simulatore di Flipper dedicato ad Akira”.

Appunto: niente di tutto ciò.

Un’occasione mancata!

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