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Prima dell’era dei pixel, degli sprite e delle grafiche rasterizzate, esisteva una tecnologia affascinante, usata in alcuni dei primi videogiochi arcade e in rare console domestiche: il monitor vettoriale (o vector display).
Questa tecnologia ha segnato una parentesi unica nella storia dei videogiochi, capace di creare immagini incredibilmente nitide e affascinanti, anche con le limitazioni hardware dell’epoca.
A differenza dei classici monitor raster (quelli delle TV e dei cabinati a pixel), un monitor vettoriale non disegna l’immagine come una griglia di punti (pixel), ma traccia direttamente linee luminose sullo schermo, comandando il fascio elettronico come una penna ottica virtuale.
In pratica:
I raster “riempiono” lo schermo riga per riga, accendendo e spegnendo i pixel.
I vettoriali “disegnano” solo le linee effettive necessarie a rappresentare l’immagine.
Il risultato è un’immagine perfettamente nitida, con linee precise e luminose, senza l’effetto “scalettatura” dei pixel. Ovviamente, ciò rendeva i monitor vettoriali perfetti per visualizzare figure geometriche, grafica stilizzata e giochi con effetti pseudo-3D.
Un monitor vettoriale è una variante dei classici CRT:
Il fascio di elettroni viene deviato direttamente per disegnare linee.
Le coordinate XY vengono pilotate analogicamente per tracciare figure.
Non esiste un refresh fisso come nei raster, ma il fascio segue le coordinate dei poligoni calcolati in tempo reale dalla CPU.
Il limite principale? Non era adatto a rappresentare superfici piene (solid fill) o grafica colorata. Molti giochi vettoriali erano infatti monocromatici o con filtri e pellicole colorate applicate fisicamente sullo schermo.
Nei primi anni ’80, la tecnologia vettoriale ha dato vita ad alcuni dei titoli più iconici della storia arcade:
Il più celebre di tutti. Grazie alle linee vettoriali, gli asteroidi e l’astronave venivano rappresentati con una pulizia che i raster non potevano offrire all’epoca.
Uno dei primi veri giochi in pseudo-3D. Il giocatore controllava un carro armato attraverso paesaggi disegnati a linee verdi su sfondo nero. Indimenticabile per il suo effetto “wireframe”.
Considerato una pietra miliare per l’uso dei vettori in un contesto dinamico, frenetico e colorato grazie all’uso di overlay fisici.
Il gioco arcade ufficiale di Star Wars, famoso per il simulatore di volo della Morte Nera, era interamente realizzato con grafica vettoriale colorata e impressionò i giocatori dell’epoca.
Non solo sale giochi. Anche il mondo domestico ha avuto il suo rappresentante.
È stata l’unica console casalinga mai prodotta con schermo vettoriale integrato.
Caratteristiche:
Display monocromatico integrato da 9 pollici
Grafica disegnata direttamente a vettori
Overlay trasparenti in plastica per simulare il colore
Controller analogico incluso
Unico gioco preinstallato: Mine Storm (clone di Asteroids)
Il Vectrex, seppur non commercialmente fortunato, è oggi considerato una console di culto, amatissima dai collezionisti e dagli appassionati di grafica vettoriale.
✅ Pro | ❌ Contro |
---|---|
Immagini nitidissime | Difficoltà a rappresentare superfici piene |
Effetto “tridimensionale” naturale | Limitati a monocromia o overlay |
Assenza di pixel visibili | Tecnica complessa e costosa |
Perfetti per grafica geometrica | Durata limitata dei monitor |
I cabinati con monitor vettoriale non sono mai stati diffusissimi, ma si riconoscono subito… se sai cosa guardare! Ecco una checklist per capire al volo se stai davanti a una rarità vintage.
Dimentica i quadretti tipici dei giochi a raster. Le linee nei monitor vettoriali sono perfettamente lisce, continue e brillanti. Sembrano disegnate con un laser sul vetro.
Il nero dei monitor vettoriali è assoluto. Essendo CRT non “illuminano” l’intero schermo, ma solo le linee tracciate, creando un contrasto elevatissimo.
Le linee non solo sono nette, ma spesso glowano, creando una leggera sfumatura luminosa intorno, tipica di questi monitor. È un dettaglio che i fan adorano e che nessun emulatore può replicare al 100%.
Niente riempimenti, niente texture. I giochi vettoriali disegnano esclusivamente linee per sagome, oggetti e testi. Se vedi figure composte solo da contorni bianchi o verdi… sei nel posto giusto.
In molti cabinati arcade venivano applicate pellicole colorate (overlay) per dare un tocco di colore alle linee, creando effetti finti ma efficaci.
Esempio: Tempest o Asteroids Deluxe.
Spesso i monitor vettoriali emettono un sottile ronzio o sibilo ad alta frequenza, tipico dell’elettronica analogica e del circuito di deflessione X/Y.
Il rallentamento nei giochi vettoriali avveniva quando aumentavano le linee da tracciare, non il numero di “sprite” come nei raster.
Alcuni giochi vettoriali usavano colori sfruttando lenti colorate o overlay fisici sullo schermo.
I monitor vettoriali hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia del videogioco, grazie al loro stile unico e alla capacità di dare vita a grafiche incredibilmente pulite e affascinanti.
Oggi questa tecnologia è ammirata da collezionisti e appassionati, sopravvive nei musei, nelle fiere e tra le mani di chi ancora ama accendere un vecchio Asteroids o un Vectrex e vedere quelle linee luminose disegnare la magia.