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Quando si parla di retrogaming, la parola “emulazione” fa subito brillare gli occhi a molti, ma chi cerca l’esperienza più fedele possibile sa che il vero santo graal si chiama FPGA. Ma cosa cambia davvero?
Mentre un emulatore software simula il comportamento della console originaria tramite codice (spesso adattato alle prestazioni dei PC o delle mini-console moderne), un chip FPGA riproduce fisicamente il comportamento dei circuiti originali. In pratica, si comporta come se fosse davvero una PS1, NES, o qualsiasi altra console venga simulata.
Le emulazioni software introducono spesso latenza (il fastidioso ritardo tra la pressione di un tasto e la risposta a schermo).
Un sistema FPGA elimina questo problema, restituendo la reattività immediata dell’hardware originale, fondamentale soprattutto per picchiaduro, shoot ’em up o platform ultra-precisi.
Le console FPGA non si basano su “hack” o workaround software.
I giochi funzionano come sulle macchine originali, senza glitch grafici o sonori. I problemi tipici degli emulatori (audio sfasato, rallentamenti anomali o effetti video imperfetti) semplicemente non esistono.
Un emulatore può riprodurre il gioco, ma non riproduce davvero la console.
Il feeling di accendere la macchina, collegare un controller originale e vedere il gioco partire senza modifiche o configurazioni è impagabile.
Con l’FPGA non stai semplicemente “facendo girare un gioco”, ma stai ricreando fedelmente la macchina originale.
FPGA = simulazione fisica
Emulatore = simulazione software
FPGA = prestazioni autentiche e zero lag
Emulatore = compromessi, configurazioni e possibili problemi