©eBay
Nel grande museo immaginario del videogioco, tutti conosciamo i nomi dei giganti: NES, PlayStation, Game Boy, Mega Drive… Ma se ci avventuriamo nei corridoi più polverosi e meno visitati, troveremo delle console che pochi ricordano, e ancora meno hanno davvero provato.
Le console dimenticate non sono solo fallimenti commerciali: spesso sono esperimenti audaci, idee troppo avanti per il loro tempo o semplicemente progetti nati male e finiti peggio. In questo articolo rispolveriamo sette di queste meraviglie dimenticate, tra stranezze tecniche, marketing improbabile e una buona dose di fascino retro.
La console che nessuno associa ad Apple. Nata da una collaborazione con Bandai, la Pippin era una macchina ambiziosa: CD-ROM, accesso a Internet, funzioni multimediali. Ma costava troppo, aveva pochissimi giochi e non sapeva se voleva essere una console o un computer. Morì in silenzio dopo aver venduto meno di 50.000 unità.
Tecnologia CD interattiva, FMV, e una promessa: portare l’intrattenimento digitale nel salotto. Peccato che i giochi fossero lenti, strani, e con video che oggi fanno ridere. Celebre (o famigerato) per le versioni CD-i di Zelda e Mario, nate da un accordo andato storto con Nintendo. Oggi è un cult… per chi ama il trash.
Il tentativo britannico di entrare nella guerra dei 16-bit. La GX4000 era una console elegante, compatibile con parte della libreria CPC, ma lanciata troppo tardi e con un parco giochi poverissimo. Durò pochi mesi e oggi è una delle console più rare da collezionare.
Pensata specificamente per un pubblico femminile, la Casio Loopy era una console a 16-bit che permetteva di stampare adesivi personalizzati dai giochi. Sì, davvero. Nonostante l’idea bizzarra, fu avanti sui temi dell’inclusività, ma non ebbe alcuna chance sul mercato. Oggi è un pezzo da museo geek.
Interattiva, educativa, colorata: la Playdia era una console che puntava a un pubblico giovanissimo, con giochi a metà tra cartone animato e quiz. Ma l’hardware era troppo limitato e la mancanza di giochi seri la condannò all’oblio. Restano solo i video bizzarri su YouTube.
La prima console con cartucce intercambiabili. Prima dell’Atari 2600, la Channel F segnò una tappa fondamentale nella storia, ma il design spartano e la concorrenza in arrivo la fecero scomparire in fretta. Onore alla pioniera.
Grafica 3D, GPS, messaggi, fotocamera… Il Gizmondo prometteva troppo, ma era guidato da un team tra il geniale e il criminale (letteralmente). Il fallimento fu spettacolare: scandali, arresti, una sede distrutta da una Ferrari. Ma hey, era anche un po’ avanti coi tempi.
Nel retrocomputing, anche l’insuccesso racconta qualcosa. Le console dimenticate sono le storie alternative del videogioco: strane, affascinanti, a volte esilaranti. Ma soprattutto, sono sogni digitali che hanno avuto il coraggio di provarci. E questo, per noi di Retroacademy, vale già un hi-score