Dopo anni di speculazioni, smentite e rinvii, il film di BioShock è finalmente realtà. Netflix ha confermato che il progetto sarà basato direttamente sul primo, leggendario capitolo del 2007, quello ambientato nella distopica città sottomarina di Rapture. Una scelta che farà esultare i fan della prima ora, ma che porta con sé anche alte aspettative e qualche incognita.
Alla regia troviamo Francis Lawrence, già noto per aver diretto Io sono leggenda e i più recenti film della saga di Hunger Games.
La sceneggiatura, invece, è passata tra più mani: una prima versione era firmata da Michael Green, ma attualmente è Justin Rhodes (già autore di Terminator: Dark Fate) a lavorare su una nuova stesura del copione.
Il film, inizialmente pensato come un blockbuster ad alto budget, è stato recentemente ridimensionato da Netflix, puntando su una produzione più contenuta ma – si spera – più focalizzata sull’atmosfera e la narrazione.
Torneremo davvero a Rapture?
Sì, è ufficiale: il film sarà ambientato a Rapture, la metropoli sommersa fondata dall’enigmatico Andrew Ryan, simbolo di un sogno utopico diventato incubo.
Il regista ha dichiarato che l’ambientazione sarà estremamente fedele al videogioco originale, puntando su scenografie immersive, costumi d’epoca e toni cupi.
Un dettaglio interessante è che non ci sarà produzione attiva finché Lawrence non avrà completato il nuovo prequel di Hunger Games, previsto in uscita per fine 2026. Dunque, il film di BioShock entrerà in produzione solo nel 2027.
Quando lo vedremo?
Con la produzione posticipata a fine 2026 e la necessità di almeno un anno tra riprese e post-produzione, è realistico pensare che il film possa uscire nel 2027.
Una lunga attesa, certo, ma che potrebbe essere ripagata se il progetto riuscirà a catturare la stessa meraviglia, tensione e malinconia del gioco originale.
Dalla console allo schermo: un’eredità pesante
BioShock (2007) non è solo un gioco: è una pietra miliare del gaming moderno. Un’opera che mescola filosofia, politica, fantascienza e horror, con un gameplay iconico e un twist narrativo che ha fatto scuola.
Trasporlo al cinema non è impresa da poco, soprattutto in un’epoca dove le trasposizioni videoludiche oscillano tra capolavori (The Last of Us) e flop dimenticabili.
Se il team saprà rispettare il materiale originale senza cadere nella semplificazione, potremmo avere tra le mani una delle migliori trasposizioni videoludiche di sempre.