Era il 13 settembre 1985 quando, su Famicom, usciva un gioco destinato a rivoluzionare il mondo dei videogiochi: Super Mario Bros.. A crearlo fu un piccolo team interno a Nintendo guidato da Shigeru Miyamoto e Takashi Tezuka, con musiche di Koji Kondo. Questi tre nomi, ignoti al grande pubblico all’epoca, stavano per riscrivere la storia.
Il loro obiettivo? Superare i limiti dei giochi a singolo schermo come Donkey Kong e Mario Bros. e proporre un’esperienza di gioco fluida, esplorativa, piena di segreti e ritmo. Il risultato fu un platform in side-scrolling che diventò non solo un successo commerciale, ma una pietra miliare della cultura pop mondiale.
Il primo livello: un manuale di game design
Il Livello 1-1 di Super Mario Bros. è stato definito da molti sviluppatori il “tutorial perfetto senza parole”. Salti, nemici, blocchi misteriosi e tubi: ogni elemento è posizionato per insegnarti le regole del mondo di gioco in modo naturale.
Hai mai notato che il primo Goomba è messo lì per farti colpire, spingendoti a imparare da subito che si può saltare sopra i nemici? Oppure che il primo fungo sembra un pericolo, ma una volta preso ti potenzia? È design intelligente sotto forma di divertimento.
Le tappe chiave della saga: 40 anni di evoluzione
Nel corso dei decenni, Mario ha saputo reinventarsi senza mai tradire la sua essenza. Ecco le tappe principali del suo viaggio:
1985 – Super Mario Bros.: l’origine. 40KB di genio che rilancia il mercato dopo il crash del 1983.
1988 – Super Mario Bros. 3: una rivoluzione nella struttura dei livelli e l’introduzione della mappa.
1990 – Super Mario World (SNES): debutta Yoshi e si espande l’universo di gioco.
1996 – Super Mario 64 (N64): il 3D non è più un limite, ma una nuova dimensione di creatività.
2007 – Super Mario Galaxy (Wii): la fisica e la gravità diventano gioco puro.
2017 – Super Mario Odyssey (Switch): Mario diventa cittadino del mondo, e il platform esplora nuovi stili.
2023 – Super Mario Bros. Wonder: un ritorno alle origini, ma con la meraviglia come cuore dell’esperienza.
Pochi personaggi possono vantare un pubblico così trasversale. Mario è il primo amico digitale di intere generazioni, dai baby boomer ai bambini di oggi.
E oggi ci sono famiglie che giocano insieme: genitori che insegnano ai figli come trovare il Warp Zone nel mondo 1-2. Mario non è invecchiato: è cresciuto con noi.
Curiosità per veri nostalgici
Il Bowser originale è solo l’ultimo: tutti quelli che affronti prima sono trasformazioni di altri nemici!
Il gioco intero pesa 40 kilobyte: oggi un’emoji occupa più spazio.
Il salto di Mario segue una curva parabolica realistica, con velocità variabile in base alla pressione del tasto.
Il team usò glitch intenzionali (come il “minus world”) per rendere il gioco più misterioso.
Mario fuori dai videogiochi: tra alti e bassi
Super Mario ha conquistato anche cinema, TV e merchandising. Alcune tappe:
1986: Super Mario Bros. – Peach-hime Kyūshutsu Dai Sakusen!, anime giapponese semi-sconosciuto ma deliziosamente bizzarro.
1993: Super Mario Bros. – Il Film, con Bob Hoskins e John Leguizamo. Un cult involontario, da (ri)scoprire con ironia.
2023: The Super Mario Bros. Movie prodotto da Illumination. Boom mondiale, oltre 1 miliardo di dollari e una nuova generazione di fan.
Citazioni iconiche e retroscena
“It’s-a me, Mario!” – Charles Martinet, storico doppiatore dal 1996, ormai una voce familiare come quella di Topolino o Homer Simpson.
Lo sprite originale di Mario ha cappello e baffi non per stile, ma per limiti grafici: era difficile animare capelli e bocca con pochi pixel.
Il blu e il rosso non sono solo “colori forti”: contrastavano perfettamente sugli sfondi neri e azzurri dell’epoca NES.
Super Mario Bros. ha definito il linguaggio del videogioco moderno: il concetto di “vite”, “power-up”, “livello”, “boss” e “warp zone” viene da lì. Senza Mario, forse oggi non avremmo nemmeno Sonic, Rayman, Crash Bandicoot o Celeste.
La sua eredità vive nei giochi indie, nei remake, nei giochi educativi, nelle fan art, nei cosplay e nei meme. Mario è ovunque. E continua a insegnarci che si può correre verso l’avventura con un sorriso e un salto ben calibrato.