Recensione di “Commodore 65 – La storia”, libro di Carlo Pastore

Commodore 65 come in molti saprete è il nome di uno dei progetti di Commodore mai usciti sul mercato, cancellati ancor prima di nascere. Ci sono pochissimi esemplari (prototipi) in circolazione, e per questo motivo il Commodore 65 viene visto da molti come un mezzo di speculazione. Niente di male in questo: c’è anche però chi vede questa macchina da una diversa angolazione, cioè come un mezzo di studio.

È proprio con la lente di ingrandimento dell’hacker che Carlo Pastore (medico oncologo con la passione per l’informatica) presenta questa macchina nel libro che qui recensiamo, “Commodore 65: la storia”. Si tratta di un pamphlet di circa 60 pagine, autoprodotto e pubblicato tramite il sito ilmiolibro (a questo link), e disponibile sia in formato cartaceo e con copertina rigida (prezzo 24,50 €) che elettronico (ePub, al momento gratuito).

L’avventura di Carlo è iniziata con l’acquisto di una scheda madre largamente incompleta, mancante dei principali chip custom e proprio per questo piuttosto “economica” rispetto al solito. L’acquisto era spinto proprio dalla curiosità piuttosto che dal collezionismo, e così attraverso un rocambolesco percorso che l’ha spinto a incontrare persone eccezionali e competenti è riuscito a procurarsi i pezzi mancanti, adattarli e ad avere fra le proprie mani un Commodore 65 funzionante.

Nel libro viene quindi descritta l’architettura della macchina vissuta da vicino, da parte di chi l’ha conosciuta e in maniera ben lontana da un copia-incolla “da Internet”.

Ecco quindi un Commodore 65 funzionante. Per farne cosa? Semplice: programmare! Sì, lo spirito hacker pervade Carlo che si dedica anche allo studio del Commodore BASIC 10.0, o meglio di ciò che ne resta: il tutto ricercato negli stralci delle pre-release dei manuali che restano in giro.

Parte del pamphlet è dedicata a progetti collaterali come Mega65, che rappresentano una sorta di continuità nel 2017.

Questo e altro nel libro di Carlo, che dà seguito costantemente ai risultati delle sue sperimentazioni sul sito Retrocommodore, con relativo gruppo Facebook.

Conclusioni

Un lavoro ben fatto da cui trasuda passione e voglia di sapere cosa è stato e cosa sarebbe potuto essere di un progetto mai nato. Autentica archeologia informatica fino all’ultimo bit.

Riferimenti esterni

Francesco Sblendorio: Francesco Sblendorio nasce nel 1977. Nel 1985 fa conoscenza con il mondo dei computer attraverso un Commodore 16: da quel momento la discesa verso il lato oscuro è inesorabile e si trasforma in un geek impenitente. Nell'ambito del retrocomputing ha un sogno: che i vecchi computer non debbano semplicemente sopravvivere (conservando la loro funzionalità), piuttosto devono vivere, attraverso nuovi software sviluppati oggi per i computer di ieri.
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