Videogiochi su Switch 2: proprietà o prestito?

Le nuove Game-Key Cards di Nintendo non contengono più il gioco: un cambiamento che solleva dubbi sul futuro della conservazione videoludica

Con l’introduzione delle Game-Key Cards su Nintendo Switch 2, Nintendo propone una soluzione ibrida: cartucce fisiche che fungono da chiavi per scaricare i giochi online, senza contenere i dati del gioco stesso. Questa scelta, sebbene possa sembrare pratica, solleva preoccupazioni significative riguardo alla conservazione a lungo termine dei videogiochi.

La Sfida della Conservazione Digitale

In passato, possedere una cartuccia significava avere accesso completo al gioco, indipendentemente da server o aggiornamenti. Le Game-Key Cards, invece, richiedono una connessione internet per scaricare il gioco, e la cartuccia deve rimanere inserita per avviare il gioco. Questa dipendenza dai server di Nintendo pone un rischio: se in futuro i server venissero disattivati, i giochi acquistati tramite Game-Key Cards potrebbero diventare inaccessibili, rendendo le cartucce inutilizzabili.

Preoccupazioni dalla Comunità di Conservazione

Stephen Kick, CEO di Nightdive Studios, ha espresso preoccupazione riguardo alle Game-Key Cards, definendole “un passo indietro” per la conservazione dei giochi. Ha sottolineato come l’assenza dei dati del gioco sulla cartuccia possa compromettere la possibilità di preservare i titoli nel lungo termine.

Confronto con le Generazioni Precedenti

Negli anni ’80 e ’90, le cartucce contenevano l’intero gioco, permettendo ai giocatori di accedervi in qualsiasi momento, senza dipendere da fattori esterni. Le Game-Key Cards rappresentano un cambiamento significativo rispetto a quel modello, spostando l’attenzione dalla proprietà fisica alla dipendenza digitale.

Conclusione

Le Game-Key Cards di Nintendo Switch 2 offrono una soluzione pratica per la distribuzione di giochi di grandi dimensioni, mantenendo una presenza fisica nei negozi. Tuttavia, questa scelta solleva interrogativi sulla conservazione dei giochi e sulla reale proprietà dei contenuti acquistati. In un’epoca in cui la nostalgia per il retrogaming è forte, la comunità si interroga: stiamo davvero avanzando o rischiamo di perdere pezzi importanti della storia videoludica?

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