Sega Saturn, 30 anni dopo

Il grande azzardo che cambiò per sempre il destino di SEGA

Nel 1995 SEGA tentò il colpo grosso anticipando il lancio del Saturn per battere Sony sul tempo. A trent’anni di distanza, ripercorriamo le scelte, le scommesse e le ferite di una console visionaria e sfortunata.

Il “Saturnday” che spiazzò tutti

È l’11 maggio 1995, siamo all’E3 di Los Angeles. Sul palco, Tom Kalinske – allora presidente di SEGA of America – sgancia la bomba: il Saturn è disponibile da oggi in alcuni negozi statunitensi, mesi prima della data annunciata.

Una mossa shock, pensata per sorprendere Sony e anticipare l’uscita della neonata PlayStation. Ma invece di un’apoteosi, è il preludio al disastro: i rivenditori esclusi reagiscono con rabbia, molti sviluppatori terze parti vengono colti impreparati, e al lancio ci sono solo sei giochi, tutti interni a SEGA. Niente killer app, niente hype organizzato. Solo confusione.

Prezzo proibitivo e concorrenza tagliente

Il Saturn debutta a 399 dollari. Troppi, soprattutto quando Sony sale sul palco e annuncia il prezzo della sua PlayStation: 299 dollari.

La differenza è enorme, e lo sarà ancora di più nei mesi successivi, quando la PS1 comincerà a mostrare una line-up più ricca, con grafica 3D più fluida e giochi pensati per tutti. SEGA, intanto, deve gestire una console potente ma difficile da domare.

Una console potente… ma ostica

Il Saturn era un capolavoro di ingegneria… almeno sulla carta. Due CPU principali, sei processori in totale, grafica 2D sublime, ottimo sonoro. Ma la sua architettura era talmente complicata da scoraggiare anche i team più esperti.

A peggiorare la situazione: l’assenza di Sonic. Il tanto atteso “Sonic X-treme” viene prima rimandato, poi cancellato. E senza la sua mascotte, il Saturn perde un simbolo, un’icona, un richiamo per il grande pubblico.

Brilla in Giappone, affonda in Occidente

In Giappone, la console se la cava. Titoli come Virtua Fighter 2, Sakura Wars e Nights into Dreams conquistano una generazione di fan. Ma in Nord America ed Europa la risposta è fredda: vendite sotto le aspettative, copertura mediatica in calo, e sempre meno fiducia nei confronti del marchio SEGA.

A conti fatti, il Saturn si ferma a circa 9,5 milioni di unità vendute in tutto il mondo. Troppo poco, soprattutto quando la PlayStation raggiunge (e supera) i 100 milioni.

Il Saturn è diventato un caso di studio: una console tecnicamente brillante ma lanciata male, gestita peggio e vittima di decisioni affrettate.

Ci ricorda che l’innovazione ha bisogno di tempo, coordinazione e coraggio ma anche di pazienza, marketing e ascolto. SEGA aveva l’ambizione, ma non l’equilibrio.

L’eredità di un sogno spezzato

Oggi, il Saturn è una macchina di culto. Chi lo ha amato, lo ha fatto profondamente. I suoi giochi esclusivi – Panzer Dragoon Saga, Radiant Silvergun, Shining Force III – sono pietre miliari del retrogaming.

“Sebbene sia stato un fallimento commerciale, il Saturn ci ha lasciato un messaggio potente: anche le cadute possono costruire leggende.”

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