Virtual Boy: il flop più affascinante di Nintendo compie 30 anni

Lanciato il 21 luglio 1995, il Virtual Boy fu il primo tentativo di Nintendo di entrare nel mondo della realtà virtuale

Nel luglio del 1995, Nintendo lanciava in Giappone una delle sue creazioni più misteriose e controverse: il Virtual Boy. Una console portatile da tavolo, con visore integrato, pensata per offrire un’esperienza di gioco “in 3D stereoscopico”. Era il primo sistema a proporre la profondità visiva senza bisogno di occhiali, ma lo fece in un modo decisamente singolare: tutto in rosso e nero.

A trent’anni di distanza, il Virtual Boy resta una macchina unica, un ibrido tra un’idea visionaria e una serie di scelte progettuali che oggi fanno discutere. Per alcuni, è stato un flop colossale; per altri, un affascinante esperimento troppo avanti per il suo tempo.

Il sogno a tinte rosse di Gunpei Yokoi

Il progetto nasce dalla mente di Gunpei Yokoi, geniale ingegnere Nintendo e padre del Game Boy. L’idea era quella di portare l’esperienza arcade 3D nelle case, sfruttando una tecnologia sviluppata da Reflection Technologies chiamata “LED Scanning Display”.

Ma tra limiti hardware, ritardi nello sviluppo e pressioni aziendali (Nintendo voleva concentrarsi sul lancio imminente del Nintendo 64), il Virtual Boy arrivò sul mercato incompleto, fragile e privo di killer application. Fu rapidamente abbandonato, con una produzione durata meno di un anno.

I giochi: pochi ma folli

In totale uscirono 22 giochi ufficiali, tra cui:

  • Mario’s Tennis – il titolo di lancio, semplice ma divertente

  • Wario Land – considerato il miglior gioco della console

  • Red Alarm – uno shooter spaziale in wireframe

  • Teleroboxer – una specie di Punch-Out!! in prima persona

Molti titoli promessi furono cancellati, tra cui GoldenEye, Zero Racers e addirittura un Star Fox Virtual.

Tra mal di testa e culto underground

Il Virtual Boy divenne tristemente noto per causare affaticamento visivo, nausea e mal di testa, a causa del suo schermo monocromatico e della postura necessaria per giocarci. Ma questo non ha impedito la nascita di una community di collezionisti e sviluppatori homebrew che ancora oggi crea giochi e mod per la console.

Negli ultimi anni, l’estetica rossa e il design futuristico della macchina sono stati rivalutati anche come oggetto di design. Molti considerano il Virtual Boy un prototipo spirituale dei moderni visori VR, come Oculus o PS VR.

Lo sapevi?

  • Il Virtual Boy doveva chiamarsi originariamente VR-32.

  • Nintendo ne produsse solo circa 770.000 unità in tutto il mondo.

  • È l’unica console Nintendo a non uscire mai in Europa.

  • Gunpei Yokoi si dimise poco dopo il fallimento del Virtual Boy, ma continuò a lavorare su progetti straordinari come il WonderSwan.

“Oggi, il Virtual Boy è ricordato con affetto e curiosità: non per quello che ha fatto, ma per quello che ha cercato di fare. È un simbolo di un’epoca di sperimentazione folle, in cui Nintendo non aveva paura di rischiare tutto per inseguire una visione.

Magari non ha rivoluzionato il mercato come avrebbe voluto ma ci ha lasciato un’eredità unica nel panorama del retrogaming.”

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