Ghosts ’n Goblins, 40 anni dopo: perché è ancora uno dei giochi più difficili di sempre

Il capolavoro arcade di Capcom torna a far parlare di sé con un anniversario importante: storia, curiosità e dove (ri)giocarlo oggi
Ghosts ’n Goblins compie 40 anni e continua a far tremare i pollici dei retrogamer di tutto il mondo. Pubblicato da Capcom a metà anni ’80, è stato uno dei primi platform a introdurre un mix letale di difficoltà brutale, atmosfera gotica e gameplay a prova di nervi.
Vestiamo i panni di Sir Arthur, cavaliere coraggioso in missione per salvare la principessa dalle grinfie di demoni, zombie e creature infernali. Due colpi e… ti ritrovi in mutande, letteralmente!
Perché Ghosts ’n Goblins è un cult eterno
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Difficile per vocazione: ogni livello è un test di riflessi, tempismo e determinazione.
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Estetica immortale: sprite dettagliatissimi, ambientazioni horror medievali e una colonna sonora diventata leggenda.
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Una saga prolifica: ha generato sequel iconici come Ghouls ’n Ghosts e Super Ghouls ’n Ghosts, oltre a spin-off come Gargoyle’s Quest e Maximo negli anni 2000.
Dove (ri)giocarlo oggi
Il fascino di Ghosts ’n Goblins non è mai svanito, anzi, oggi ci sono tanti modi per affrontare nuovamente (o per la prima volta) la sua sfida:
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Nintendo Switch Online – include la versione NES originale con salvataggi rapidi inclusi.
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Ghosts ’n Goblins Resurrection – la rivisitazione moderna uscita su console recenti: nuova grafica ma stesso spirito micidiale.
- Capcom Arcade Stadium (Switch, PS4, Xbox, PC) – Raccolta ufficiale Capcom che include Ghosts ’n Goblins nella sua gloria originale da cabinato, con filtri grafici, leaderboard online e sfide a tempo.
- Emulatori come MAME
- Mini-console: il gioco è incluso nella mini-console NES Classic Edition.
Curiosità
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È stato uno dei primi giochi Capcom a raggiungere il successo globale, contribuendo a espandere l’azienda fuori dal Giappone e gettando le basi per future saghe leggendarie come Mega Man e Street Fighter.
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Fu realizzato con un budget estremamente ridotto, eppure divenne una hit mondiale. Tokuro Fujiwara, il suo creatore, è lo stesso designer dietro Sweet Home e produttore del primo Resident Evil.
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Il livello di difficoltà: Fujiwara ha sempre sostenuto che la frustrazione doveva essere parte integrante dell’esperienza, per alimentare la “monetizzazione da cabinato” (a ogni morte… un gettone in più).
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Il finale “finto” era voluto: una volta battuto il boss finale, il gioco ti dice che è stata tutta un’illusione e ti costringe a ricominciare da capo per vedere il vero finale. Una delle prime “trollate” videoludiche della storia.
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Il nome originale giapponese, Makaimura, significa “Villaggio del mondo demoniaco”. La saga ha mantenuto questo nome in Giappone anche per i sequel, come Daimakaimura (Ghouls ’n Ghosts).
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Sir Arthur prende il nome da Re Artù, e la sua iconografia (armatura, croci, demoni) era ispirata all’iconografia cristiano-medievale… rivisitata in chiave pop e grottesca.
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Fu uno dei primi giochi arcade a essere convertito su una miriade di piattaforme: NES, Commodore 64, Amstrad CPC, ZX Spectrum, MSX, PC-88… ognuna con adattamenti unici e spesso… molto più difficili!
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In Marvel vs Capcom 3, Arthur è un personaggio giocabile con tanto di mutandoni e armi classiche.
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In Ghosts ’n Goblins Resurrection (2021), è possibile sbloccare uno stile visivo retrò a 8-bit, come omaggio all’originale.
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Il gioco è stato parodiato in decine di opere, da WarioWare a Cuphead, che ha tratto ispirazione diretta dal suo stile punitivo e gotico.