Stop Killing Games: oltre 1,4 milioni di firme

Una petizione europea scuote l’industria videoludica: chi compra un gioco ha diritto di giocarci anche dopo la fine del supporto ufficiale?
Nel 2024, il creator YouTube Ross Scott (autore della serie Freeman’s Mind) ha lanciato una petizione ambiziosa e provocatoria: fermare la “morte digitale” dei videogiochi. È nata così Stop Killing Games, un’iniziativa europea che oggi ha superato 1,4 milioni di firme in tutta l’UE.
Lo scopo? Ottenere una legge che obblighi i publisher a garantire una forma di accesso offline o alternativa per i giochi a pagamento, anche dopo la chiusura dei server ufficiali.
Cosa chiede la petizione?
L’iniziativa non pretende che i giochi vengano supportati all’infinito, ma semplicemente che:
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Un gioco acquistato rimanga accessibile anche dopo la chiusura del servizio online
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Venga consentito l’uso di server privati o modalità offline
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Venga tutelato il diritto alla preservazione culturale del videogioco
Una proposta semplice, ma potenzialmente rivoluzionaria.
Politica europea e sostegni pesanti
Il primo grande colpo di scena è arrivato con la firma di Nicolae Ștefănuță, vicepresidente del Parlamento Europeo, che ha dichiarato:
“Un gioco, una volta venduto, appartiene al cliente, non all’azienda.”
Ora che la petizione ha superato le soglie minime di firme richieste in diversi Stati membri, la Commissione Europea dovrà esaminarla ufficialmente, con possibilità di avviare un dibattito normativo.
La reazione dell’industria
Non tutti applaudono. Il CEO Ubisoft Yves Guillemot, durante un’intervista recente, ha difeso la posizione dei publisher:
“Il supporto per tutti i giochi non può durare per sempre.”
Tuttavia, ha ammesso che l’azienda sta lavorando su migliori modalità di “fine vita” dei giochi, citando esempi come The Crew 2, che avrà un’eredità offline.
Nel frattempo, l’associazione Video Games Europe mette in guardia: forzare i publisher ad aprire i server o a rendere open source il codice potrebbe comportare problemi legali e di sicurezza.
Anthem, la goccia che ha fatto traboccare il vaso
L’annuncio della chiusura definitiva di Anthem da parte di EA/BioWare (senza alcuna modalità offline) ha riacceso le polemiche. Un gioco comprato a prezzo pieno diventa oggi totalmente inaccessibile, un “fantasma digitale” che solleva domande su diritti di proprietà, conservazione e cultura.
E ora?
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Le firme sono state verificate: Stop Killing Games ha superato abbondantemente la soglia.
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La palla passa al Parlamento Europeo, che potrà formulare raccomandazioni legislative.
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Se l’UE approverà una direttiva, l’effetto domino potrebbe raggiungere anche UK, USA e Giappone.
Siamo nati per celebrare la storia dei videogiochi. Ma senza un impegno concreto per conservarli e renderli accessibili, rischiamo di perdere interi capitoli della nostra cultura digitale. Stop Killing Games è una battaglia che riguarda tutti noi.