Le foto di Death Stranding 2 ingannano i sistemi di verifica dell’età

Immagini generate dalla modalità foto del gioco sono così realistiche da essere accettate come “prove d’identità” da sistemi di controllo online, eludendo i limiti di accesso per minori

La notizia arriva dal Regno Unito e riguarda Death Stranding 2: On the Beach, il nuovo titolo firmato Hideo Kojima. Secondo una recente segnalazione, alcune immagini tratte dalla modalità Foto del gioco, raffiguranti il protagonista Sam Porter Bridges (interpretato da Norman Reedus), sono talmente realistiche da riuscire a ingannare i sistemi automatizzati di verifica dell’età online.

Il caso più emblematico? Secondo quanto riportato da Instant Gaming, basta caricare una foto del protagonista per superare il controllo dell’età su Discord, piattaforma che nei casi più severi richiede l’invio di un’immagine del proprio volto per accedere a canali o funzionalità riservate ai maggiorenni.

Il problema: IA e riconoscimento facciale

Molti servizi digitali usano verifiche automatiche tramite IA per analizzare le immagini inviate dagli utenti. Questi sistemi — spesso gestiti da terze parti — cercano di riconoscere un volto umano, ne stimano l’età e ne convalidano l’autenticità. Tuttavia, quando un motore grafico come quello di Death Stranding 2 genera volti così realistici, l’IA può essere tratta in inganno, accettando una faccia digitale come se fosse reale.

Rischi e contesto normativo

Questo tipo di “exploit” — se così lo vogliamo chiamare — potrebbe infrangere indirettamente le leggi sulla sicurezza online, come l’Online Safety Act britannico, nato per impedire ai minori l’accesso a contenuti inappropriati. Se una foto in-game può servire da “passaporto digitale”, il sistema di verifica perde efficacia.

Quando il realismo grafico crea paradossi

La notizia accende un riflettore su un tema affascinante e inquietante: i videogiochi moderni sono arrivati a un livello grafico tale da confondere anche le IA pensate per la sicurezza digitale. È un segnale dell’evoluzione tecnologica, ma anche un campanello d’allarme per chi si occupa di moderazione e parental control.

Non si tratta di una vulnerabilità tecnica del gioco, ma di un effetto collaterale inatteso dell’iperrealismo visivo raggiunto da titoli come Death Stranding 2. Una questione che richiederà attenzione da parte di chi sviluppa strumenti di verifica dell’identità online, soprattutto in un’epoca in cui i confini tra reale e digitale si fanno sempre più sfumati.

Potrebbero interessarti anche...