Tomb Raider Remastered: azione legale per presunte voci generate con l’AI

Françoise Cadol, storica voce francese di Lara Croft, denuncia Aspyr Media: accuse di utilizzo dell’intelligenza artificiale per replicare la sua voce nei remaster di Tomb Raider
Françoise Cadol, attrice e doppiatrice francese che ha prestato la voce a Lara Croft nei film con Angelina Jolie e nei giochi degli anni ’90, ha intrapreso azioni legali contro Aspyr Media.
La contestazione? L’uso dell’intelligenza artificiale per replicare la sua voce all’interno della recente raccolta Tomb Raider IV–V–VI Remastered.
Cadol avrebbe scoperto la situazione dopo l’aggiornamento di agosto, notando che le nuove linee di dialogo non coincidevano con le sue registrazioni originali.
Il suo avvocato, Jonathan Elkaim, ha dichiarato:
“Si nota immediatamente un impatto metallico molto forte: il doppiaggio è spezzettato, privo di intonazione o, al contrario, mal eseguito. Ma il timbro ricorda chiaramente quello di Françoise.”
Il team legale ha quindi chiesto il ritiro del gioco dal mercato e la consegna dei dati sulle copie già vendute.
La polemica nata tra i fan
Le prime accuse erano arrivate da un account fan su Bluesky, @infinitytombraider, che aveva notato strane differenze nella versione francese dopo la patch.
Secondo il gruppo, Cadol non era stata coinvolta né informata dei nuovi dialoghi e non aveva mai dato il consenso a un eventuale uso della sua voce tramite AI.
La questione è presto diventata virale, sollevando discussioni non solo tra i fan di Lara Croft, ma anche all’interno del mondo del doppiaggio.
La risposta di un veterano
A intervenire è stato persino Paul Douglas, co-creatore del primo Tomb Raider del 1996 insieme a Toby Gard, che ha commentato la vicenda definendola “non cool, non classy”.
Un modo elegante per dire che replicare le performance storiche con algoritmi non è solo una questione legale, ma anche di rispetto verso chi ha dato voce e anima a un personaggio iconico.
Una battaglia che va oltre Tomb Raider
Quello di Lara Croft non è un caso isolato. In Francia diversi doppiatori hanno lanciato la campagna #TouchePasMaVF (“Non toccare la mia versione francese”), per proteggere le proprie performance dall’uso non autorizzato dell’intelligenza artificiale.
Un segnale forte in un’epoca in cui la tecnologia promette meraviglie, ma rischia anche di cancellare il valore artistico e umano delle voci che hanno accompagnato intere generazioni di videogiocatori.