Core FPGA del Saturn: lo sviluppatore frena gli entusiasmi

Accuratezza totale? È ancora un traguardo, non una realtà

Per anni si è dato quasi per scontato che su MiSTer FPGA non avremmo mai visto core davvero convincenti per PS1, N64 e, soprattutto, per il Saturn di Sega. E invece, eccoci al 2025: tutte e tre le piattaforme vantano ormai implementazioni solide e utilizzabili.

Tra queste, il Saturn spicca come la sfida più tosta. Il suo design a 32 bit con due CPU cooperative è celebre per la complessità: riprodurlo in modo fedele è complicato persino su PC molto potenti, figuriamoci in logica riconfigurabile.

In questo scenario il lavoro di Sergiy Dvodnenko, noto come srg320_, è salito alla ribalta. Negli ultimi mesi sono circolati report entusiasti: si è scritto che il suo core superi qualsiasi test di emulazione e che rappresenti il modo più vicino possibile all’esperienza originale senza collegare una console vera.

Sul campo, provandolo su MiSTer, la sensazione è effettivamente vicinissima a quella dell’hardware Sega. Ma è stato lo stesso Dvodnenko a riportare la discussione sui binari giusti: tramite i social ha smentito l’idea del “100% di accuratezza”. Rispondendo a un post di Jotego, altro sviluppatore FPGA, ha chiarito che un’affermazione del genere non è corretta e che la riproduzione pienamente fedele non è stata ancora centrata.

Il fraintendimento non sorprende. Gli FPGA vengono spesso percepiti come più “autentici” rispetto all’emulazione software perché implementano la logica a livello di circuito. Tuttavia anche in questi progetti possono insinuarsi bug, approssimazioni o comportamenti limite non ancora coperti: non ogni core raggiunge la perfezione assoluta, e non è detto che ci arrivi in tempi rapidi.

Detto ciò, per giocare non serve un perfezionismo al micron. Molte esperienze emulative non coincideranno mai punto per punto con il ferro originale, e restano ugualmente splendide. In conclusione: il core Saturn di Dvodnenko merita eccome l’attenzione che sta ricevendo, ma con la consapevolezza — ribadita dal suo autore — che la perfezione resta ancora un piccolo passo più in là.

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Alex

Dal Commodore 64 all’Amiga, passando per i cabinati da bar, il mio obiettivo è uno solo: far brillare di nuovo ogni singolo pixel dei nostri ricordi.

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