Nintendo e il mistero dei tasti A, B, X e Y: ecco perché li usiamo ancora oggi

Dal Super Nintendo allo Steam Deck, lo schema A-B-X-Y ha fatto scuola. Ma pochi sanno perché esiste. Una risposta che arriva dal 1993
Se hai mai tenuto in mano un controller negli ultimi trent’anni, avrai sicuramente premuto i tasti A, B, X e Y. Questa disposizione, diventata ormai uno standard nel mondo videoludico, è apparsa su console come il Super Nintendo, il Dreamcast, la prima Xbox, fino allo Steam Deck.
Ma ti sei mai chiesto perché proprio quelle lettere?
Perché non A, B, C e D, più intuitive e sequenziali? Dopotutto, il Sega Mega Drive usava A, B e C, e persino la Neo Geo di SNK andava oltre, introducendo A, B, C e D.
La risposta, come spesso accade nella storia dei videogiochi, si trova in Giappone e più precisamente, nella sede della Nintendo dei primi anni ’90.
Una risposta dal passato
Nel 1993, un giovane lettore di Nintendo Power chiese chiaramente: “Perché A, B, X e Y, e non A, B, C e D?”
La risposta fu sorprendente: il layout derivava direttamente da un controller CAD (Computer Aided Design) usato internamente da Nintendo, che prevedeva proprio quella disposizione di lettere. Era un’eredità tecnica che sarebbe diventata leggenda.
Curiosità nella curiosità: secondo alcuni fan, il prototipo del controller del Super Famicom aveva effettivamente A, B, C e D, ma Nintendo optò per l’attuale schema prima del lancio.
La scelta di Nintendo fu così influente che anche la “rivale” Sega, al momento di espandere il controller Mega Drive, adottò le lettere X, Y e Z per i nuovi pulsanti, creando un mix con A, B, C.
Sulla Saturn, lo schema venne ripreso, ma con una semplificazione su alcuni modelli: A, B, X e Y, guarda caso.
Oggi, l’unica grande eccezione resta Sony, che con PlayStation ha sempre preferito simboli (Cerchio, Croce, Quadrato e Triangolo) al posto delle lettere. Un’altra filosofia, altrettanto iconica.
E Xbox?
Se ti stai chiedendo perché su Xbox le lettere sono “invertite” rispetto al pad SNES, questo è un altro mistero da esplorare. Ma possiamo assicurarvi che le discussioni tra veterani e nuovi gamer su quale sia il “vero” tasto A non finiranno presto.