Super Mario Bros. compie 40 anni: storia e curiosità del videogioco che ha cambiato tutto

Dal 1985 al 2025, quattro decenni di salti, funghi e rivoluzioni: l’eredità culturale e videoludica di Super Mario Bros., l’icona eterna di Nintendo
Era il 13 settembre 1985 quando, su Famicom, usciva un gioco destinato a rivoluzionare il mondo dei videogiochi: Super Mario Bros.. A crearlo fu un piccolo team interno a Nintendo guidato da Shigeru Miyamoto e Takashi Tezuka, con musiche di Koji Kondo. Questi tre nomi, ignoti al grande pubblico all’epoca, stavano per riscrivere la storia.
Il loro obiettivo? Superare i limiti dei giochi a singolo schermo come Donkey Kong e Mario Bros. e proporre un’esperienza di gioco fluida, esplorativa, piena di segreti e ritmo. Il risultato fu un platform in side-scrolling che diventò non solo un successo commerciale, ma una pietra miliare della cultura pop mondiale.
Il primo livello: un manuale di game design
Il Livello 1-1 di Super Mario Bros. è stato definito da molti sviluppatori il “tutorial perfetto senza parole”. Salti, nemici, blocchi misteriosi e tubi: ogni elemento è posizionato per insegnarti le regole del mondo di gioco in modo naturale.
Hai mai notato che il primo Goomba è messo lì per farti colpire, spingendoti a imparare da subito che si può saltare sopra i nemici? Oppure che il primo fungo sembra un pericolo, ma una volta preso ti potenzia? È design intelligente sotto forma di divertimento.
Le tappe chiave della saga: 40 anni di evoluzione
Nel corso dei decenni, Mario ha saputo reinventarsi senza mai tradire la sua essenza. Ecco le tappe principali del suo viaggio:
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1985 – Super Mario Bros.: l’origine. 40KB di genio che rilancia il mercato dopo il crash del 1983.
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1988 – Super Mario Bros. 3: una rivoluzione nella struttura dei livelli e l’introduzione della mappa.
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1990 – Super Mario World (SNES): debutta Yoshi e si espande l’universo di gioco.
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1996 – Super Mario 64 (N64): il 3D non è più un limite, ma una nuova dimensione di creatività.
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2007 – Super Mario Galaxy (Wii): la fisica e la gravità diventano gioco puro.
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2017 – Super Mario Odyssey (Switch): Mario diventa cittadino del mondo, e il platform esplora nuovi stili.
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2023 – Super Mario Bros. Wonder: un ritorno alle origini, ma con la meraviglia come cuore dell’esperienza.
Pochi personaggi possono vantare un pubblico così trasversale. Mario è il primo amico digitale di intere generazioni, dai baby boomer ai bambini di oggi.
E oggi ci sono famiglie che giocano insieme: genitori che insegnano ai figli come trovare il Warp Zone nel mondo 1-2. Mario non è invecchiato: è cresciuto con noi.
Curiosità per veri nostalgici
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Il Bowser originale è solo l’ultimo: tutti quelli che affronti prima sono trasformazioni di altri nemici!
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Il gioco intero pesa 40 kilobyte: oggi un’emoji occupa più spazio.
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Il salto di Mario segue una curva parabolica realistica, con velocità variabile in base alla pressione del tasto.
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Il team usò glitch intenzionali (come il “minus world”) per rendere il gioco più misterioso.
Mario fuori dai videogiochi: tra alti e bassi
Super Mario ha conquistato anche cinema, TV e merchandising. Alcune tappe:
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1986: Super Mario Bros. – Peach-hime Kyūshutsu Dai Sakusen!, anime giapponese semi-sconosciuto ma deliziosamente bizzarro.
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1993: Super Mario Bros. – Il Film, con Bob Hoskins e John Leguizamo. Un cult involontario, da (ri)scoprire con ironia.
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2023: The Super Mario Bros. Movie prodotto da Illumination. Boom mondiale, oltre 1 miliardo di dollari e una nuova generazione di fan.
Citazioni iconiche e retroscena
“It’s-a me, Mario!” – Charles Martinet, storico doppiatore dal 1996, ormai una voce familiare come quella di Topolino o Homer Simpson.
Lo sprite originale di Mario ha cappello e baffi non per stile, ma per limiti grafici: era difficile animare capelli e bocca con pochi pixel.
Il blu e il rosso non sono solo “colori forti”: contrastavano perfettamente sugli sfondi neri e azzurri dell’epoca NES.
Super Mario Bros. ha definito il linguaggio del videogioco moderno: il concetto di “vite”, “power-up”, “livello”, “boss” e “warp zone” viene da lì. Senza Mario, forse oggi non avremmo nemmeno Sonic, Rayman, Crash Bandicoot o Celeste.
La sua eredità vive nei giochi indie, nei remake, nei giochi educativi, nelle fan art, nei cosplay e nei meme. Mario è ovunque. E continua a insegnarci che si può correre verso l’avventura con un sorriso e un salto ben calibrato.