James Pond e l’IA: il suo creatore dice “No, grazie!”

Il creatore di James Pond contro il nuovo sequel: “Tradisce lo spirito originale del gioco”
Quando parliamo di eroi dimenticati dell’epoca 16-bit, il nome James Pond torna spesso tra le bolle della nostalgia. Il simpatico agente segreto anfibio, parodia ittica di 007, fu una piccola icona su Amiga, Mega Drive e SNES a inizio anni ’90. Ma ora, il suo ritorno è al centro di un’accesa polemica… e il suo creatore non ci sta.
Chris Sorrell, mente dietro al pesce-spia nato nel 1990, ha espresso un giudizio severissimo sul nuovo progetto James Pond: Pond is Back!, annunciato da Gameware: “Odio quasi tutto quello che stanno facendo, con passione”, ha dichiarato su X (ex Twitter). Il motivo? Il gioco è pensato come una produzione interamente generata da intelligenza artificiale.
Già nel 2013 Gameware aveva tentato un revival su Kickstarter, senza successo. Ma ora l’azienda sembra volerci riprovare puntando tutto sull’AI: musica, grafica, perfino le meccaniche ludiche dovrebbero essere “create” da algoritmi. Un approccio che, secondo Sorrell, tradisce completamente lo spirito e la cura artigianale dell’originale.
“James Pond è nato dal cuore, dall’umorismo e da un tocco di follia britannica”, scrive Sorrell. “Affidare tutto a un generatore automatico senza passione è l’opposto di ciò che rappresentava il personaggio”. Nonostante ciò, precisa che non detiene i diritti sul marchio e quindi non può bloccare legalmente il progetto.
L’annuncio ha ovviamente riacceso il dibattito sul ruolo dell’IA nello sviluppo di giochi retrò e reboot moderni. È giusto riportare in vita personaggi storici affidandosi a software automatici? O si rischia di snaturarne l’anima?