La console war è davvero finita?

Con l’arrivo di Gears of War su PS5, si chiude l’era delle esclusive? Analisi, nostalgia e futuro del gaming multipiattaforma

C’erano una volta Sega contro Nintendo. Poi Sony contro Microsoft. Gli anni ‘90 e 2000 sono stati segnati da slogan infuocati, spot provocatori e scelte di campo nette: o eri da una parte o dall’altra. Ma oggi, nel 2025, ci troviamo davanti a una notizia che avrebbe fatto impazzire i forum di vent’anni fa: Gears of War: Reloaded, uno dei simboli più forti della “fazione Xbox”, arriva anche su PlayStation 5.

Un colpo di scena? O il segno che la console war, quella vera, è finalmente giunta al termine?

Un simbolo Xbox che sbarca su PS5

Quando nel 2006 Gears of War fece il suo debutto su Xbox 360, fu subito chiaro che non si trattava di un semplice sparatutto in terza persona. Era un manifesto tecnico, artistico e identitario per l’intero ecosistema Xbox. Marcus Fenix, con la sua voce roca e la sua motosega incorporata nel Lancer, diventò un’icona tanto quanto Master Chief.

Ed è proprio per questo che l’annuncio di Gears of War: Reloaded su PS5 ha fatto tremare il cuore di tanti fan. Non solo per la remaster in 4K, HDR e 60 FPS, ma per il significato storico: Microsoft sta abbattendo i suoi stessi muri.

Dalle guerre hardware ai servizi condivisi

Negli ultimi anni, Microsoft ha smesso di concentrarsi solo sull’hardware, investendo fortemente nei servizi: Game Pass, cloud gaming, cross-play. I segnali c’erano tutti. Titoli come Pentiment, Hi-Fi Rush, Sea of Thieves e persino Forza Horizon 5 sono arrivati su console Sony. Ma Gears è un altro livello. È il cuore della storica rivalità.

L’apertura verso l’ecosistema PlayStation sembra ormai una strategia consolidata, che va oltre il concetto di esclusiva. È la volontà di costruire un futuro in cui il giocatore viene prima della piattaforma.

E se fosse un bene per tutti?

Molti nostalgici (e chi scrive è uno di loro!) ricordano con affetto gli anni delle console war: le notti passate a difendere la propria console preferita su forum e riviste, le esclusive che alimentavano il mito, i giochi che definivano intere generazioni.

Ma forse è giunto il momento di accogliere il cambiamento. In fondo, chi non ha mai sognato di vedere Halo su PlayStation o Uncharted su Xbox? La possibilità di giocare insieme, a prescindere dalla console, è una visione che mette al centro la community, non il brand.

Un’era che cambia, ma la passione resta

La console war, come la ricordiamo, è finita? Probabilmente sì. Ma ciò non significa che la competizione scompaia: si evolve. Diventa una sfida su contenuti, servizi, accessibilità. E questo è un bene. Perché ci permette di concentrarci su ciò che conta davvero: i giochi, le storie, le emozioni.

Chi ha vissuto l’epoca d’oro delle guerre tra console sa che dietro a quella rivalità c’era un’enorme passione. Oggi quella passione può unirci, non più dividerci. Vedere Gears of War su PS5 è solo l’inizio di un’epoca in cui il “giocare” viene prima del “dove”.

I momenti cult della console war

Per chi ha vissuto gli anni ruggenti delle console war, ecco un tuffo nei ricordi con alcune perle storiche che ancora oggi fanno sorridere (o discutere!):

  • Sega does what Nintendon’t – Lo slogan più sfacciato degli anni ’90. Sega Genesis (o Mega Drive da noi) si proponeva come la console “cool”, mentre Nintendo sembrava più family-friendly.
  • Il disco di Final Fantasy VII – Quando FFVII uscì su PlayStation invece che su Nintendo 64 fu uno shock. Una delle defezioni storiche che cambiarono tutto.
  • La guerra dei bit – “16-bit è meglio di 8-bit!”… ma chi capiva davvero cosa significava? Bastava per far scoppiare flame epici.
  • Halo vs Killzone – Xbox e PlayStation si fronteggiarono per anni con questi due FPS. Oggi potremmo ritrovarli insieme?
  • Console modificate e demo disc – Le riviste come Zeta, PlayStation Magazine e Consolemania erano le Bibbie della console war. Ricordi il gusto di infilare quel CD con le demo del mese?

E tu, da che parte stavi? E oggi, da che parte vuoi stare?

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